La gentilezza nasce attraverso l’empatia, la profonda condivisa comprensione della condizione dell’altro.
Gli studi sul cervello mostrano che l’area cerebrale che si attiva quando proviamo sincera empatia per gli altri è la stessa che vediamo attivarsi nella meditazione di consapevolezza.
Sebbene si dica spesso di provare empatia per gli altri, è altrettanto importante essere aperti e riceverla noi per primi.
Spesso abbiamo pochissima empatia per i nostri stessi pensieri e sentimenti e cerchiamo di reprimerli, liquidandoli come segni di debolezza.
In altri casi cerchiamo di assecondare le nostre emozioni con qualche premio (il più delle volte accompagnato dall’agrodolce sensazione di averne il diritto), come per esempio mangiare troppo (perché “ce lo meritiamo”).
Potrebbe essere utile però, immaginare che i nostri pensieri e sentimenti più profondi non vogliono essere né assecondati né liquidati, ma solo percepiti e compresi.
Vogliono semplicemente che empatizziamo con i sentimenti che li stanno facendo nascere.
Possiamo pensare ad esempio ad un neonato che piange disperatamente: una volta che abbiamo fatto tutto quello che potevamo, l’unica cosa che resta è cullare il bambino fra le braccia, con calore e compassione, con il solo scopo di essere presenti.
Non dobbiamo far altro che esserci.
Passando un po’ di tempo a coltivare l’amicizia per se stessi si dissolvono via via le forze negative della paura e del senso di colpa che abbiamo dentro.
Questo riduce la costante preoccupazione per il proprio stato di “non benessere”, il che, a sua volta, fa sgorgare una sorgente di felicità, compassione e creatività che fa bene a tutti.
Vuoi scoprire quanto sei aspra e giudicante nei confronti di te stessa?
Trattarti con gentilezza e smettere di giudicarti male sono elementi essenziali per trovare la pace in un mondo frenetico.
Fatti le domande che seguono.
- Mi critico accusandomi di provare emozioni irrazionali o inappropriate?
- Mi dico che non dovrei sentirmi come mi sento?
- Sono convinta che alcuni dei miei pensieri siano anormali o cattivi e che non dovrei formularli?
- Esprimo giudizi sul fatto che i miei pensieri siano buoni o cattivi?
- Mi dico che non dovrei pensare in questo modo?
- Ritengo che alcune delle mie emozioni siano cattive o inappropriate e che non dovrei provarle?
- Quando mi vengono in mente pensieri o immagini stressanti, mi giudico brava o cattiva a seconda del loro contenuto?
Se hai detto di si ad una o due domande forse sei troppo dura con te stessa.
Considera le risposte che hai dato come un aiuto alla consapevolezza, invece che un segno di successo o fallimento.