Cosa faresti davvero se non avessi Paura?

Se hai deciso di leggere questo articolo forse la situazione che probabilmente stai affrontando in questo momento della tua vita, o forse quella che sta fronteggiando una persona a te cara, è in qualche modo legata a una paura da cui non si riesce ad uscire.
Si tratta di una sensazione molto comune, non preoccuparti.
Tutti abbiamo avuto dei momenti della nostra vita in cui abbiamo pensato di non farcela, io stessa ho avuto paura e il mio timore era quello di essere “diversa”.
A dire il vero da bambina la paura era quasi una costante della mia vita e forse, proprio perché mi trovavo davanti in maniera costante questo mostro che mi paralizzava, col tempo ho imparato ad affrontarlo.
Sarà stato per fortuna, per determinazione o chissà cos’altro ma alla fine ce l’ho fatta.
Quando ero una ragazzina la mia paura era evidente soprattutto a scuola dove non ero propriamente una leader, anzi.
Ma in realtà non era questo il mio problema, o almeno non percepivo questo come la più importante delle mie priorità.
Il fatto era che riuscivo sempre ad attirare vicino a me tutti i compagni che avevano qualcosa che non andava, fisicamente o nel comportamento.
Ero una sorta di polo magnetico per chi si sentiva più escluso.
Cercavano di stare con me perché in qualche modo, più istintivo che razionale, si sentivano protetti, compresi e a proprio agio. Si sentivano sereni insieme a me.
In qualche modo riuscivo ad entrare empaticamente in contatto con loro e questo, cosa che ho capito dopo molto tempo, è tutt’oggi la chiave del mio modo di fare Coaching.
Se mi dovessi guardare alle spalle per capire quando è nata la mia attitudine di Coach probabilmente tornerei ai tempi della scuola.
Anche all’epoca eravamo circondati da bulli che sempre cercavano di mettersi in mostra con delle angherie verso quello che potrei definire “il mio gruppo”.
Anche loro però, per qualche inspiegabile motivo, mi stavano alla larga o comunque mi trattavano con rispetto.
All’inizio, il fatto che le insegnanti mi mettessero di banco sempre vicino a chi aveva difficoltà non mi faceva molto piacere, io volevo essere vicina a tutti gli altri, volevo integrarmi con tutti gli altri, in questo modo invece mi sentivo esclusa, ma soprattutto “diversa”.
Mi sentivo come l’amica degli sfigati.
La mia capacità empatica era per me un peso, non volevo aiutare nessuno, volevo solo sentirmi a mia volta compresa.
Dall’altro lato covavo questi sentimenti solo dentro di me, senza mai renderli espliciti.
Tra ciò che pensavo e come mi comportavo c’era una grande differenza.
Infatti, seppur spesso controvoglia, non mi tiravo mai indietro: nel momento in cui qualcuno dei miei compagni mi chiedeva aiuto ero sempre lì, disponibile, e non mi pesava affatto.
Però nella solitudine della mia stanza, la sera, rifiutavo questa capacità.
Nel tempo, ho cercato di sopprimere questa mia caratteristica, ho provato ad essere “normale”.
Ovvio oggi non userei mai questa terminologia fortemente discriminatoria e allo stesso tempo non pienamente analizzabile, ma all’epoca era proprio così che volevo essere, normale.
Non sapevo come definirlo… diciamo che cercavo di nascondere dentro di me alcuni aspetti del mio carattere, per non farli vedere a nessuno.
Era questa la mia grande paura.
Poi, le esperienze di vita mi hanno permesso di capire finalmente che diverso non è una cosa negativa, ma bellissima, una vera e propria ricchezza. La varietà della natura, degli stati d’animo, dei sentimenti è la più grande risorsa dell’esistenza.
Accettarti così come sei ti permette di entrare in empatia con le persone, di comprendere come sono e come si sentono “dentro”.
Per poter aiutare qualcuno devi prima essere in equilibrio con te stessa, devi amarti e volerti bene, altrimenti non sarai mai in grado di interagire nel profondo con l’altra persona, e non riuscirai mai ad aiutarla come vorresti.
Tutto facile a dirsi ma per capirlo veramente ci ho messo anni, forse decenni.
Quando ammetti che non stai più bene con te stessa, che non riesci a far emergere la tua vera te, e riconosci che non stai più andando nella direzione giusta o che non stai più crescendo in modo stimolante e appagante, allora hai l’opportunità di cambiare.
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