- Occorre capacità di riflessione per imparare a scorgere la trama di credenze che dominano la tua vita.
- Occorre empatia per capire quando rischi di ferire gli altri con il tuo potere.
- Occorre salute per avere le energie necessarie a costruire la vita che desideri.
Chi non vuole bene o non cerca di voler bene ai propri figli, al proprio coniuge, ai propri amici?
Quasi tutte le persone cercano di prendersi cura dei propri cari e di sostenerli.
A volte, però, ci sentiamo in prigione. Le responsabilità si scontrano con i desideri più autentici e profondi, desideri che non possono essere trascurati.
Rimaniamo bloccati nel brusio dei pensieri negativi, che commenta in diretta la nostra vita quasi come il conduttore di un Tg, impegnato tutto il giorno a dare brutte notizie.
Ecco alcuni esempi di pensieri negativi: “Come ha potuto farmi questo?”; “Guarda quello lì, che faccia da idiota!”; “Sono brutta?”; “Come faccio a sopravvivere a questa giornata di lavoro?”; “Riuscirò a pagare tutte le bollette?”; “Perché devo sempre gestire tutto io, la casa e i figli?”. E via di seguito.
I dubbi ci assalgono in ogni momento della giornata.
Ad esempio, pensiamo a qualcuno che in passato ci ha fatto un torto e andiamo su tutte le furie.
Questa rabbia potrebbe perfino trasformarsi in un’ossessione.
Oppure ci preoccupiamo per qualcosa che deve ancora verificarsi e veniamo presi dalla paura.
Per molte di noi, lottare contro l’ansia e l’insicurezza è un esercizio quotidiano.
Spesso ci autopuniamo con una ferocia con cui non puniremmo mai qualcuno che ci sta a cuore.
Questa è la forma di crudeltà peggiore. Dobbiamo allenarci quotidianamente a riconoscere i momenti in cui si verifica questa situazione e a dire a noi stesse: “Sono qui per te. Ti voglio bene e mi prendo cura di te.”
Ecco che ti propongo tre metodi per smettere di avere quei pensieri negativi:
Il primo metodo consiste nel prendere coscienza del momento in cui si inizia a provare “rabbia”.
Con la rabbia non si ottiene mai quello che si desidera.
Il secondo metodo consiste nel trattare se stesse come si tratterebbe una persona amata. Se non si riesce, bisogna almeno provare a fare finta.
Pensando a qualcuno che si ama, immagina che cosa gli diresti e dillo a te stesso.
Coccolati come una madre coccolerebbe il proprio bimbo.
Il terzo metodo consiste nel trattare gli altri con amore.
Senza il primo e il secondo metodo, che spiegano come fare, il terzo metodo è molto più difficile da mettere in pratica, ma rimane comunque importante.
Vuoi continuare a provare rabbia o vuoi esercitare l’empatia? La scelta spetta a te, anche se spero che tu scelga l’empatia.