A chi appartiene la voce che vi dà ordini?

I pensieri autocritici ci sono talmente familiari che forse non ci siamo mai chiesti da dove provengono.

Può sembrare strano, perchè li riteniamo parte di noi, ma se ascoltiamo con attenzione, probabilmente riconosceremo un accento, un tono o uno stile diversi dal nostro modo di esprimerci. Questo perchè, in genere, quei pensieri appartengono a persone importanti del nostro passato. E anche se sono ancora vive e ben presenti nella nostra vita quotidiana, il loro condizionamento risale all’infanzia o all’adolescenza. 

Dunque, chiedetevi chi vi sta dicendo: “Sei proprio stupida, non capisci mai niente!”, oppure “smettila di essere tanto egoista, e aiuta quella persona!”, o ancora “Sei un perdente, non meriterai mai un compagno/una promozione/ la felicità!”.

E’ molto utile annotarsi le loro parole, in modo da poterle rileggere in un momento di calma, e cercare di identificare chi ce le ripeteva in passato. Grazie a questo sistema, una delle mie clienti ha riconosciuto il tono aggressivo di una nonna ipercritica; un’altra ha risentito la voce del suo vecchio insegnante di italiano.

Naturalmente, molte di queste voci appartengono ai nostri genitori.

Se vi state dicendo che siete “cattiva”, è molto probabile che il rimprovero risalga all’infanzia, mentre se la voce vi deride come “sfigato”, potrebbe appartenere a un coetaneo adolescente, a un fratello o a una amica.

Questo processo di identificazione contribuisce moltissimo a privare di potere e credibilità queste accuse interiori. Possiamo infatti ricorrere alla nostra razionalità di adulti, per metterne in discussione la validità nel nostro presente.